GLI EGIZI COME PRONUNCIAVANO I NOMI?

GLI EGIZI COME PRONUNCIAVANO I NOMI?

Vocalizzare nomi, etnonimi e teonomi

Andrea Di Lenardo

 

L’egizio, al pari dell’ebraico, è prevede una scrittura essenzialmente consonantica. Per pronunziare i nomi egizi si utilizza una versione convenzionale degli stessi, che impiega una “e” tra due consonanti, laddove non diversamente espresso nel geroglifico con i segni corrispondenti alle vocali italiane approssimativamente corrispondenti ad “a”, “i”/”y”, “u”/”w”, ovvero onde non diversamente vocalizzato grazie a comparazione con la resa in altre lingue, come l’accadico, l’ugaritico, il greco e/o l’ebraico[1]. Talvolta si impiega invece l’italianizzazione della o di una delle varianti greche di un nome egizio o, più nel dettaglio, di un teonimo. Esplicito la questione con l’espressione “o di una delle varianti” giacché spesso, a complicare il tentativo di rendere convenzionale il nome, anche semplicemente nelle fonti greche un nome è reso in modi simili, ma non identici.

Si pensi per esempio a:

Acencheres, Acherres, Achencheres, Chebres, Cencheres o Cherres,

Amenes, Ammenemnes o Ammenmes,

Amenophis, Amenophitis, Amenophath o Ammenophis,

Amesis o Amensis,

Amos o Amosis,

Apachnan, Apachnas o Pachnan,

Aphophis, Apophis o Aphobis,

Bnon o Beon,

Chebron o Chebros,

Harmais, Armesis o Armais,

Mephramuthosis o Misphragmuthosis,

Mephres, Misaphris o Miphres,

Ramesses, Ramses, Rampses, Rapses o Armesses,

Salitis, Salatis o Saites,

Tethmosis, Thmosis o Tuthmosis.

 

E così via. In alcuni casi non è nemmeno facile comprendere a quale nome egizio si possa far riferimento, laddove anche non vi sia corrispondenza nella cronologia delle liste reali – è questo il caso di “Chebron” o “Chebros”, per esempio, attribuito alla XVIII dinastia dagli epitomatori manetoniani –. In altri casi è ovvio e utile al fine della vocalizzazione, come per “Aphophis”, “Apophis” o “Aphobis”, chiaro riferimento a A/I-pp: in questo caso, le tre varianti greche attestate ci sono oltremodo utili perché ci fanno comprendere che la vocale iniziale, che si può rendere in “a” ovvero in “i” vada resa in “a” e che tra le due labiali (“p” e “p”) vadano inserite una “o” (che in geroglifico non esiste) e una “i”. La “-s” finale ovviamente va attribuita alla desinenza greca. Il fatto che le tre differenti attestazioni elleniche divergano sul tipo di labiali (“ph” e “ph”, “p” e “ph” o “ph” e “b”) non ci causa alcun problema, poiché esse sono esplicitate come “p” e “p” nell’originale geroglifico. La risultante sarà dunque, ritengo più correttamente, “Apopi” e non “Apep” o “Apop” o “Ipep” o “Apepi”.

I nomi qui citati sono tutti di faraoni e variano da fonte a fonte (Flavio Giuseppe, Sesto Giulio Africano, versione armena di Eusebio di Cesarea, versione di Giorgio Sincello di Eusebio di Cesarea, Sofronio Eusebio Gerolamo, lo Scoliaste di Platone, Giorgio Sincello) o anche all’interno della stessa fonte talora se riferiti a personaggi diversi ma omonimi[2].

La complessità insita in una vocalizzazione egizia su base greca – lo si può ben vedere dai divergenti exempla summenzionati – consta proprio in tale divergente traslitterazione ellenica. Oltre a un tanto, seppur rifacentesi a precedenti autori come Manetone[3], si tratta di fonti tarde, di età romana imperiale, tardo-antica o medioevale. Esistono certo attestazioni di nomi egizi anche in altre fonti greche precedenti, come Erodoto, Ecateo di Abdera o Diodoro Siculo[4], ma, oltre che spesso contraddittorie tra loro, si tratta pur sempre di testimonianza della seconda metà di I millennio a.C., posteriori di secoli e più rispetto al tempo in cui gli antichi Egizi pronunciavano nomi e parole di cui spesso non ci resta altro che l’eco affascinante di geroglifici incisi sulle pareti di templi e monumenti.

Se nella presente sede mi occupo in particolare dei nomi propri è perché è più facile rinvenirli presso altre culture rispetto a nomi comuni che verranno chiaramente tradotti nel proprio idioma anziché, a differenza dei primi, traslitterati.

Per dare un’idea di quanto diversa possa essere la forma originale geroglifica da quella a cui siamo abituati riporto qualche esempio[5]:

 

᾽Iaḥms = Ahmose,

᾽Imnḥtp = Amenhotep,

Aḫnatn = Akhenaton,

Ḏhwtyms = Thutmose,

Ptwalmys = Tolomeo o Tolemeo,

Qlwapatrat = Cleopatra,

Ramssw = Ramesse,

Twtanḫamn = Tutankhamon[6].

 

Per quanto riguarda i Popoli del Mare, tema di studio due miei saggi[7], le possibilità di vocalizzazione degli etnonimi sono diverse poiché gli stessi a volte sono presenti anche in fonti di lingue diverse da quella egizia, il che può facilitare, grazie alla varietà di fonti in alcuni casi, ma anche renderla maggiormente complessa, proprio per lo stesso motivo, qualora le traslitterazioni nelle diverse lingue siano contraddittorie per quanto concerne le vocali presenti. Per quanto segue infatti si è cercato di cercare un parallelo solamente con le lingue il più vicino possibili, caso per caso, al periodo di menzione egizio. Per quanto riguarda le identificazioni con etnonimi di culture più distanti da un punto di vista spaziale e temporale, ma non per questo da scartare, anzi, si rimanda ai miei sopraccitati studi[8].

Gli etnonimi dei Popoli del Mare geroglifici sono:

Dnyn,

Kwš,

Labw,

Lkkw,

Plst,

Šklwš,

Šrdn (sing.), Šrdnw (plur.),

Ṯkr,

Twrš,

Wšš.

 

Dnyn. Può essere messo in relazione con l’etnonimo accadico Danuna, il che porterebbe a vocalizzare l’egizio in Danyna.

Kwš. Può essere messo in relazione con l’etnonimo ittita Aḫḫiyawa, il che porterebbe a vocalizzare l’egizio in Akiyawaš.

Labw. Può essere messo in relazione con l’etnonimo greco Λίβυες (Líbyes), ma in questo caso l’egizio non necessita di vocalizzazione.

Lkkw. Può essere messo in relazione con l’etnonimo ittita Lukkaa, il che porterebbe a vocalizzare l’egizio in Lwkka.

Plst. Può essere messo in relazione con l’etnonimo ebraico פְלִשְׁתִּים (Felištīm), il che porterebbe a vocalizzare l’egizio in Pelist.

Šklwš. Può essere messo in relazione con l’etnonimo ugaritico Šikalayū, il che porterebbe a vocalizzare l’egizio in Šikalaywš.

Šrdn (sing.), Šrdnw (plur.). Può essere messo in relazione con l’etnonimo ugaritico Šerdana, il che porterebbe a vocalizzare l’egizio in Šerdana.

Ṯkr. Può essere messo in relazione con l’etnonimo greco Τεῦκροι (Teỹkroi), il che porterebbe a vocalizzare l’egizio in Ṯewkr.

Twrš. Può essere messo in relazione con l’etnonimo dorico Τυρσανοί (Tursānoi), il che porterebbe a vocalizzare l’egizio in Twrša.

Wšš. Non si conoscono etnonimi in altre lingue mediterranee con cui possa essere messo in relazione.

 

Detto ciò, è chiaro poi che per motivi di convenzione, di semplificazione e di affermazione di una o di un’altra variante i vari studiosi, influenzati anche dalle consuetudini egittologiche di vocalizzazione del Paese di provenienza faranno uso di diverse forme. Il presente mio contributo desiderava porsi sulla strada di una sorta di filologia interlinguistica del nome, ben sapendo che tutte le proposte fatte resteranno sempre delle mere ipotesi, seppur altamente probabili, poiché mai dalle sabbie d’Egitto, dalle sabbie del tempo, potrà giungere conferma o smentita sulla pronuncia di una scrittura consonantica, il geroglifico.

 

 

Bibliografia essenziale.

 

De Angelis A., Di Lenardo A. 2017 (2016), Exodus. Dagli Hyksos a Mosè: analisi storica sull’Esodo biblico, Tivoli (Rm), Altera Veritas.

Di Lenardo A. 2016, Israeliti e Hyksos. Ipotesi sul II Periodo Intermedio e la sua cronologia, Patti (Me), Kimerik.

Di Lenardo A. 2017, Le guerre nascoste dalla Bibbia. La confederazione dei Nove Archi, Messina, Eterne Verità.

Di Lenardo A., Melis L. 2018, Shardana e Shakalasa. I Popoli del Mare, Messina, Eterne Verità.

Diodoro Siculo, Biblioteca storica.

Ecateo di Abdera, Storia d’Egitto.

Erodoto, Storie.

Eusebio, Cronaca, versione armena.

Eusebio, Cronaca, versione in Giorgio Sincello.

Flavio Giuseppe, Contro Apione.

Giorgio Sincello, Selezione di cronografia.

Lovari L.P. 2017, Manetone. La storia d’Egitto, Montevarchi (Ar), Harmakis.

Manetone, Storia d’Egitto, in Lovari 2017.

Roccati A. 2008, Introduzione allo studio dell’egiziano, Roma, Salerno.

  1. Giulio Africano, Cronografia.

Scoliaste di Platone.

Sofronio Eusebio Gerolamo, Cronaca.

[1] DI LENARDO 2016; DE ANGELIS, DI LENARDO 2017 (2016); DI LENARDO 2017; DI LENARDO, MELIS 2018.

[2] FLAVIO GIUSEPPE; S. GIULIO AFRICANO; EUSEBIO a; EUSEBIO b; SOFRONIO EUSEBIO GEOLAMO; SCOLIASTE DI PLATONE; GIORGIO SINCELLO.

[3] LOVARI 2017.

[4] ERODOTO; ECATEO DI ABDERA; DIODORO SICULO.

[5] DI LENARDO 2016; DE ANGELIS, DI LENARDO 2017 (2016); DI LENARDO 2017; DI LENARDO, MELIS 2018.

[6] ROCCHI 2008, pp. 111, 112.

[7] DI LENARDO 2017; DI LENARDO, MELIS 2018.

[8] DI LENARDO 2017; DI LENARDO, MELIS 2018.

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