Accademia Egitto. Tra passato e presente di una gloriosa civiltà

Immersa nel verde Valle Giulia, a due passi da Villa Borghese, l’Accademia d’Egitto sorge in una posizione privilegiata che gode di uno dei panorami più belli della capitale. Ma quello che osserviamo ora, in Via Omero 4, non è il primo palazzo della Accademia, che nasce nel 1929 con sede nella Casina dell’Orologio. Solo dagli anni 60 sarà quello attuale, inaugurato nel 1965, l’edificio rappresentativo dell’Accademia, ceduto dal governo italiano in cambio di un appezzamento in suolo egiziano da utilizzare per scambi culturali. Ed è così che vennero gettate le basi per la promozione di un proficuo interscambio culturale tra l’Italia e l’Egitto.

Nel 2008 vennero poi operati importanti lavori di ristrutturazione, che hanno reso l’Accademia attuale un simbolo estremamente caratteristico della cultura, storia e civiltà egiziana, con chiari rimandi al proprio glorioso passato. Nel 2010 avviene la nuova inaugurazione con la seguente apertura al pubblico. Tredici direttori si sono susseguiti dalla nascita dell’Accademia, fino al 2012, quando viene nominata direttrice la professoressa Gihane Zaki, la prima donna a rivestire questo ruolo.

Accademia Egitto non rappresenta solamente un ponte culturale l’Egitto e l’Italia, ma anche un luogo di unione, istruzione e divulgazione, posto all’interno di un contesto architettonico sensazionale, che guarda con un occhio all’antico passato del paese, e con l’altro all’attualità dei suoi ultimi progetti culturali e artistici. D’altronde trattasi di un’Accademia di Belle Arti, chi meglio di loro poteva arrivare a esprimere così ben il concetto di unione tra passato, presente e futuro.

E la sua attualità sta anche nell’organizzazione, precisa e innovativa, con un forte spirito collaborativo che si avvale della partecipazione ad attività culturali e formative di molti enti esterni. Oltre ai Musei Vaticani, l’Accademia vanta un’ampia rete di scambi culturali con varie istituzioni, sia italiane che internazionali, sia pubbliche che private. Con la direzione della Professoressa Zaki, l’Accademia è la sola tra le diciassette presenti nella capitale, a impegnarsi nel profondo per la diffusione della cultura egiziana nel nostro paese. Il suo ruolo consiste nel cercare di creare un’interazione proficua tra l’Egitto e l’Italia, promuovendo scambi culturali con istituzioni e fondazioni, presentandosi con un atteggiamento propositivo verso chiunque desideri entrare in contatto con la terra egiziana, la sua storia, la sua arte e la sua cultura.

Oltre agli studi atti ad ospitare borsisti e artisti egiziani che vogliono trascorre un periodo formativo in Italia, sono presenti diversi spazi interni, alcuni ospitano mostre e progetti di diversa natura artistica, vi sono opere di fotografi, scultori e pittori, una biblioteca ben fornita e una sala conferenze che accoglie diverse iniziative artistiche e culturali, incluse conferenze di archeologia ed egittologia.

Al piano interrato dell’Accademia si trova una sala espositiva che illustra la scoperta e il corredo della celebre KV62, la tomba di Tutankhamon. Il Ministero delle Antichità Egiziane ha affidato a un proprio team locale la riproduzione ufficiale di alcuni dei più famosi reperti rinvenuti nel sepolcro, visibili tuttora presso la sala espositiva. Sono circa una trentina e sono tutte repliche autorizzate, molto precise e accurate, con un’acuta attenzione al dettaglio. L’esposizione inizia con alcune statue poste subito all’entrata della camera funeraria, che danno il benvenuto al visitatore, attraversando un iter che ripercorre quello della tomba e della sua scoperta, per concludersi con la replica della celeberrima maschera d’oro del sovrano della XVIII dinastia. Ad aiutare il visitatore a comprendere il suo percorso vi sono delle tavole esplicative, con didascalie chiare e concise. L’intero iter, che si snoda all’interno di quasi tutto il piano interrato, è reso ancora più suggestivo da un sapiente gioco di luci e ombre, in quanto la sala si trova quasi interamente al buio con punti di illuminazione diretti sui reperti e i tratti salienti. La maggior parte delle repliche si trovano all’interno di teche in vetro, mentre altre sono esposte libere lungo la sala espositiva, dando un tocco ancor più concreto e vivace all’intera mostra. L’idea vuole essere quella di avvicinare appassionati e non alla storia antica di questo meraviglioso paese, numerose sono anche le scolaresche che vengono in visita ogni settimana. Sempre più aperti alla divulgazione, allo scambio culturale e al dialogo, l’Accademia Egitto della professoressa Gihane Zaki si rivela un ambiente stimolante, creativo e affascinante, con un futuro ricco di sorprese e novità a cui non mancheremo di partecipare.

 

Federica Battaglia

 

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