È un sonaglio formato da dischi metallici infilati in alcune bacchette. Si suonava afferrandolo per il manico e scuotendolo.
Scuotendo lo strumento si produceva un suono che faceva SESHESH e pare che proprio da questa onomatopea venga il nome “sistro”.
L’arte musicale in Egitto era essenzialmente religiosa e aveva un ruolo fondamentale nella vita dei templi. All’interno di tombe di privati, negli affreschi e nei bassorilievi di luoghi di culto, gli archeologi hanno scoperto numerose scene di musicisti che si esibiscono di fronte alle divinità. Non è raro, infatti, vedere immagini nelle quali è raffigurato il faraone che comunica con un dio attraverso il canto, accompagnato da strumenti musicali.
Il suono del sistro aveva il potere di scacciare il male e le forze negative.
Immagine: Nefertari che suona un sistro
(rilievo dal tempio piccolo di Abu Simbel)
LA FESTA SED NELL’ANTICO EGITTO – PIETRO TESTA – Ebook
Con il termine di Heb-Sed (“festa di Sed” o “festa giubilare”), si suole intendere una cerimonia che veniva celebrata dagli antichi Re egiziani al compimento del loro trentesimo anno di regno. Secondo l’ipotesi più discussa, avanzata in origine da Petrie (e forse influenzata dalle nozioni di Frazer sul re del bosco nel suo libro Il ramo d’oro), si ritiene che l’Heb-Sed derivi dall’antich…