L’Accademia d’Egitto a Roma compie 90 anni

Quasi un secolo di incontri, di dialogo, di scambi artistici e di diplomazia culturale tra il Cairo e Roma. E’ l’attività svolta dall’Accademia d’Egitto che quest’anno celebra i suoi 90 anni di vita nella capitale. Nel 1928 veniva approvato il primo bilancio per la creazione di una Accademia di Belle Arti per l’Egitto in Italia. Da allora molti sono stati i cambiamenti nel corso degli anni, ma la missione non è mai cambiata: «innalzare la voce della Cultura», dice la professoressa Gihane Zaki, attuale direttore dell’Accademia, la prima donna alla guida dell’istituzione dopo ben 13 direttori tutti uomini.

«L’Accademia rappresenta un angolo di terra egiziana nel cuore di Roma, una finestra dalla quale il pubblico italiano può affacciarsi e ammirare le diverse sfaccettature della civiltà egiziana, condividendo un unico linguaggio, quello dell’arte che si fa parola. Attraverso conferenze, concerti, proiezioni cinematografiche e mostre d’arte, l’Accademia riflette il suo spirito e apre le sue porte». E in questi ultimi anni diretti dalla professoressa Zaki una grande fetta di mondo – accademico, universitario, artistico, istituzionale e anche religioso – è passato all’Accademia costruendo ogni volta ponti e tessendo relazioni di amicizia e di conoscenza con la sponda sud del Mediterraneo, ma non solo. Con ogni singola persona che si impegna per un mondo giusto e di pace.

«L’Accademia, come un faro, è una guida nel vasto mare delle incomprensioni tra culture che illumina la strada da percorrere per una migliore conoscenza dell’altro». Per i festeggiamenti di questo importante genetliaco, tra i tanti appuntamenti in programma, un simposio di studi sulla traduzione con alcuni tra i più illustri arabisti e orientalisti si terrà venerdì 4 maggio dalle 9 alle 16. Voluto da Anwar Moghees, direttore del Centro nazionale della traduzione al Cairo, e dalla professoressa Zaki, la giornata affronterà il tema del ruolo della traduzione per creare nuovi orizzonti nel dialogo Mediterraneo. Lo scrittore Sayed Mahmoud, giornalista della fondazione “El Ahram”, parlerà su “Le radici del concetto di Mediterraneo nella cultura egiziana e il dialogo con l’Occidente”, Claudio Lo Jacono, direttore dell’Istituto per L’Oriente “Carlo Alfonso Nallino”, svilupperà una relazione sulle attività di traduzione, tra presente e prospettive future, del celebre istituto fondato dall’arabista Nallino. Isabella Camera D’Afflitto professoressa alla “Sapienza” di Roma, proporrà un intervento dal titolo “Traduzione in movimento”. Giuliano Lancioni, professore a Roma Tre, parlerà “Dal Fihrist alla traduzione automatica: l’arabo connesso al mondo”. Michele Bernardini, direttore del Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo dell’Università degli Studi L’Orientale di Napoli affronterà il tema: “Tradurre le cronache storiche”. Naglaa Waly, docente all’Università di Torino, parlerà della “traduzione di opere della letteratura italiana nel mondo arabo”. Le conclusioni saranno affidate alla professoressa Gihane Zaki e alla professoressa Hajar Seif El Nasr.

“Salah Kamel un uomo… un’accademia”, poi, è la mostra-evento che è dedicata allo storico direttore dell’Accademia d’Egitto a Roma (1956-1979), senza il quale l’accademia non sarebbe quello che è oggi. L’inedita mostra fotografica curata da sua figlia, Randa Salah Kamel che ha donato documenti e foto della sua famiglia, è un vero e proprio viaggio nel passato che ripercorre 23 anni di storia italiana e di relazioni con l’Egitto. Un omaggio anche questo per il novantesimo dell’Accademia, come pure lo è la mostra di mosaici contemporanei realizzati da cinque artisti che in Accademia hanno dato vita a un simposio internazionale su questa antica tecnica. In occasione dell’anniversario, il ministro della Cultura egiziano, Inas Abdel-Dayem, ha sottolineato che «il confronto e lo scambio culturali sono i principali obiettivi della più alta rappresentanza del ministero della Cultura egiziano in Italia che hanno rinforzato lo storico legame tra i due Paesi e che hanno fatto dell’Accademia d’Egitto a Roma un punto di riferimento per incentivare il dialogo culturale». E tutto questo «nonostante i venti contrari», sottolinea Gihane Zaki.

Elena Panarella e Rossella Fabiani

 

Fonte: Messaggero

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